Dott. Salvatore Giammarino

PERITO GRAFOLOGO – PERITO CALLIGRAFO

ARONA – NOVARA – VERBANIA – VARESE

Iscritto all’albo dei Consulenti Tecnici e dei Periti Calligrafi del Tribunale di Verbania, opero da oltre 25 anni come Perito Grafologo e Grafologo Giudiziario in ambito civile e penale

Pur nel semplice ruolo di Consulente di Parte (CTP) in alcuni procedimenti giudiziari sono riuscito ad avere ragione (avevo ragione!) su ben DUE CONSECUTIVE PERIZIE D’UFFICIO SBAGLIATE

Note preliminari

Il PERITO CALLIGRAFO esamina e mette in comparazione le scritture nelle peculiarità morfologiche e formali delle singole lettere o di parti di queste. Tale metodologia, detta PERIZIA CALLIGRAFICA, era prevalente nel passato.

Il PERITO GRAFICO esamina il documento negli aspetti globali, soprattutto materiali e tecnici.

Il PERITO GRAFOLOGO o GRAFOLOGO GIUDIZIARIO o GRAFOLOGO FORENSE è una figura professionale più completa, sia perché comprende le due figure professionali precedenti sia perché esamina la scrittura e i documenti anche sotto gli aspetti offerti dalla Grafologia. Una seria preparazione in grafologia, anteriore a quella in perizia, è necessaria per evitare possibili errori, purtroppo NON RARI, e pervenire alla soluzione corretta di un’indagine grafologico-peritale.

Lo studio

LE INDAGINI e l’ESAME dei documenti possono essere effettuati anche nel luogo o nell’ufficio in cui si trovano.

LO STUDIO è dotato di strumentazione idonea a tutte le esigenze, come il microscopio stereoscopico con luce polarizzata, le macchine fotografiche per la macro e la microfotografia, per la ripresa a luce naturale, ai raggi infrarossi (da 720 a 950 nm) e agli ultravioletti (250 e 350 nm): sia a illuminazione diretta sia attraverso la luminescenza generata dalla lampada di Wood. Tali applicazioni sono atte a rilevare eventuali tracce grafiche precedenti, cancellature, abrasioni, l’uso di penne diverse per uno stesso scritto ecc. 

L’ANALISI dei documenti è compiuta con l’ausilio di un software professionale per l’elaborazione delle immagini.

La VISIONE dei documenti, la valutazione del conferimento dell’incarico ed eventuali problematiche connesse sono effettuate gratuitamente.

Il LAVORO è compiuto da un professionista con esperienza ultra-venticinquennale.

Le nostre competenze

Verificare la ge­nui­nità o meno di una firma o di uno scritto; scoprire se c’è stata trasposizione di una firma autografa da un altro documento; se un documento è stato contraffatto in parte o nella sua interezza; se vi sono state apportate modi­fiche e/o compiute alterazioni di qualsiasi genere

Rilevare l’eventua­le ripasso con una penna di un prece­den­te trac­cia­to con matita o altro mezzo scrittorio (un me­todo di falso per riproduzione). La metà in alto è la foto scattata a luce naturale; la metà in basso è la stessa, ma scattata con macchina fotografica modificata e con filtro infrarosso da 720 nm. davanti all’obiettivo. Nella seconda scom­pare il blu e resta visi­bile solo il tracciato precedente

Verificare  se un testamento è stato scritto dal testatore medesimo o da altri, se vi sono state apportate aggiunte o se vi sono delle cancellature; se vi sono abrasioni o compiute altre forme di alterazioni

Individuare la stampante che ha prodotto un determinato documento

Individuare e/o identificare l’autore di lettere anonime, di una scritta su muri o su una parete. L’immagine riportata è stata tratta da un caso reale, riproduce una scritta su una cassetta per lettere.

Il servizio è rivolto a:

Autorità Giudiziarie

Studi Legali

Istituti Bancari
e altri Enti

Agenzie investigative

Privati

Sia nelle controversie per questioni documen­tali sia in funzione degli aspetti cogni­tivi, intellettivi, com­portamentali, tem­peramentali, culturali, affettivi ecc. dello scrivente

La perizia grafica
nel passato

La tentazione di redigere un documento falso non è mai mancata neppure nel passato, anche in tempi molto lontani. La prima notizia che abbiamo della falsificazione di un testamento risale all’81 a. C., mentre risale al primo secolo d.C. la richiesta, in un processo, di verificare l’autenticità di uno scritto confrontandolo con altri scritti (perizia calligrafica). Ma è solo nelle Disposizioni Legislative di Giustiniano (VI° secolo d.C.) che vengono indicate le linee procedurali che un “perito” deve seguire per scoprire se un documento è autentico o falso. È certamente degno di nota il fatto che l’autore di quelle Disposizioni prenda in considerazione alcuni fattori che potrebbero produrre dei cambiamenti nella scrittura, magari semplicemente per la penna che si adopera o per il tipo di inchiostro o per l’età o per una malattia. 

Prendere tali precauzioni e prestare la debita attenzione nell’esame di un documento, costituiscono alcune regole valide ancora oggi.All’inizio del secondo millennio, con la nascita della civiltà comunale e in seguito delle Signorie (1200/1300) contemporaneamente allo sviluppo delle attività commerciali acquistano maggior valore la scrittura privata e le sottoscrizioni e, di conseguenza, in caso di dubbio di autenticità di un documento, acquista significato la richiesta dell’esame comparativo dello scritto contestato con altri di certa provenienza, magari redatti sotto dettatura.

Un grossolano
errore

Un recente caso di falso “incredibile” riguarda i “Diari di Hitler”, paragonabile al caso Dreyfus di fine ‘800. La vicenda ha avuto una grande eco soprattutto perché quei “Diari” erano stati ritenuti “certamente” autentici da periti (Ordway Hilton e Max Frei): di fama internazionale (un flop clamoroso!). Ne è stata dimostrata la falsità in Italia sia attraverso l’analisi puramente grafologica (la scrittura, tra l’altro, non presentava i segni del morbo di Parkinson, di cui Hitler soffriva) sia perché la carta adoperata aveva subìto un trattamento finale con uno sbiancante chimico, che ai tempi di Hitler non esisteva. 

Per le ragioni esposte ritengo fondamentale che il professionista abbia acquisito una seria preparazione in grafologia, precedente a quella in perizia. Cosa, purtroppo, per niente scontata.

Il più grande falso
di tutti i tempi

Ma il falso dei falsi, il più grande di tutti in assoluto, anche per la enorme portata storica che ne seguì, rimane il Constitutum Constantini (la Donazione di Costantino). Secondo tale atto, datato 30 marzo 315 d.C., l’imperatore Costantino avrebbe fatto dono a Papa Silvestro Io di beni enormi, cioè “devolveva” alla Chiesa tutto l’Occidente, ossia l’Europa intera:  insomma, poca roba… Fu uno studioso umanista del XV° secolo, Lorenzo Valla, a dimostrare la falsità di tale documento, redatto dai “Papi” molto più tardi del 315. Lorenzo Valla, per comprovare la falsità di quel documento, addusse sia cause psicologiche sia grafiche: nel documento, infatti, vi erano parole in latino che ai tempi di Costantino non esistevano e i caratteri usati erano della lingua carolina, che ai tempi di Costantino non era ancora nata